Abbiamo un problema di informazione in Italia? Con le interviste sul mio canale YouTube provo a fare chiarezza.

Abbiamo un problema di informazione in Italia? Con le interviste sul mio canale YouTube provo a fare chiarezza.

Dal marzo 2020 ad oggi sono cambiate molte cose. Inutile girarci attorno: il mondo come lo conoscevamo non esisterà più.

Sono stato da subito, e lo sono tutt’ora, molto critico sulla gestione politica delle emergenze (non solo sanitarie ma anche belliche e climatiche) che ci ha portato alla situazione odierna: una situazione complessa sia da un punto di vista economico che socio-sanitario, perché, a parer mio, si sarebbe potuto gestire il tutto senza grandi stravolgimenti. Ci sono paesi in Europa, ad esempio la Svizzera, dove nessun lockdown è stato praticato.

Ma, oramai è chiaro, che le élite finanziarie e i governi culturalmente vicini stanno cercando di portare la società civile in uno stadio diverso rispetto al livello pre-pandemico, il tutto all’interno di un contesto geopolitico mondiale quantomai delicato e instabile. Il perché va ricercato in una moltitudine di sfumature collegate ad altrettanti centri di potere che, per un motivo od un altro, stanno tentando di far sopravvivere un certo tipo di capitalismo e di mercato che mostra crepe piuttosto profonde e che, probabilmente, si trova all’ultimo stadio di sopravvivenza.

Tali teorie non sono frutto solo del mio pensiero ma hanno trovato illustre sponde in professionisti, imprenditori, docenti universitari, comunicatori che pur partendo da punti di vista differenti si dirigono verso lo stessa analisi finale.

Penso a Fabio Vighi, docente di Teoria Critica alla Cardiff University, ad Alberto Contri, esperto di comunicazione e impegnato in modo attivo nello smontare narrazioni tese a mantenere vive nelle persone uno stato di paura legato alle emergenze. Penso altresì a Lorenzo Brufani, esperto di comunicazione di crisi e digitale fino ad arrivare a Stefano Zamagni e ai concetti di Economia Civile e bene comune che considerano la persona al centro dell’economia vissuta in modo cooperativo piuttosto che individualista.

Ne approfitto anche per segnalare l’intervista del 5 settembre prossimo venturo con Emmanuel Toniutti, eticista, docente di Teologia e consulente aziendale in tema di leadership umanistica. Una chiacchierata nella quale affronteremo, tra l’altro, i temi della tecnica dello storytelling applicata dal mondo istituzionale e politico per gestire le emergenze. 

Infatti, il ruolo dei mass-media è stato centrale nel sostenere la gestione del potere e purtroppo il calo delle vendite dei quotidiani e il calo degli ascolti della televisione generalista non fa altro che acuire la problematica della terzietà dell’informazione nel nostro paese (probabilmente tra i paesi europei il più colpito da questa deriva). Più i mass-media hanno bisogno di aiuti finanziari da parte dei governi per sostenere le proprie attività più si riduce inevitabilmente il tasso di libertà e democrazia che porta ad un’informazione tutt’altro che super partes. Per quale motivo dovrebbero esserci inchieste giornalistiche tese a mettere in luce verità nascoste? A chi converrebbe? Come dimenticare gli applausi del mondo giornalistico riservati ai capi delle nostre istituzioni, in più di un’occasione, che hanno dato la sensazione di servilismo piuttosto che di guardiani della verità.

Nel mio libro Quanto Basta ho scritto riguardo l’eticità del giornalismo ponendolo in relazione con la pubblicità e mettendo in luce che mentre nella réclame le regole di ingaggio sono chiare, nel giornalismo, fin troppo spesso, vengono sfumate dietro interessi di editori e politici, di fatto, ingannando il lettore.

Ecco quindi che le interviste nel mio canale YouTube sono sempre più dirette a mettere in luce tali aspetti e cambiamenti e vogliono offrire dei punti di vista diversi dalla corrente comune di pensiero, che stimolino un ragionamento per sviluppare quel modo di pensare critico, e che sollevi i dubbi, tanto caro alle società culturalmente avanzate. Infatti da “Storie di impresa” il canale si è riposizionato su “Persone da raccontare” spostando il focus centrale dall’attività aziendale alla persona, pur mantenendo i concetti analizzati applicabili anche alla realtà d’impresa. 

A conclusione dell’articolo segnalo le interviste maggiormente focalizzate sui punti di cui sopra:

  • Un’ora con Lorenzo Brufani, esperto di comunicazione 8.2.2022
  • Un’ora con Fabio Vighi, docente di Teoria Critica e Cinema 23.5.2022
  • Un’ora con Alberto Contri, esperto di comunicazione 20.6.2022
  • Un’ora con Stefano Zamagni, docente di Economia Politica 20.7.2022 

VZ

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