La giustizia benevolente e la forza del dono

La giustizia benevolente e la forza del dono

In questo periodo storico segnato da conflitti e forti divisioni sociali, spesso provocate da gestioni politiche miopi e focalizzate su un proprio tornaconto a danno della collettività, mi trovo spesso a riascoltare la Parabola del Cammelliere.

Questa storia di anonimo di origine araba, che tra l'altro mi ha permesso di conoscere il professor Stefano Zamagni, economista italiano ed Ordinario di Economia Politica all'Università di Bologna, fa riflettere su come troppo spesso curiamo il nostro orticello senza avere una visione di medio-lungo periodo. 

Riporto il testo del racconto fatto dallo stesso Zamagni durante l'intervista pubblicata sul mio canale YouTube Valerio Zafferani - Persone da raccontare.

"Un cammelliere, vicino alla morte, decide di scrivere testamento.

Ha tre figli: al primo destina un mezzo di tutti i suoi averi, al secondo un quarto e al terzo un sesto. Avrà avuto le sue ragioni per fare le parti in questa maniera e poi muore.

Alla morte i tre fratelli aprono il testamento, il quale come sappiamo ha valore di legge e deve essere rispettato ed eseguito; e questo è vero in tutte le culture, in tutti i paesi, in tutti i sistemi di legge.

I tre fratelli scoprono che l’asse ereditario consisteva di undici cammelli, tutto quello che quel genitore cammelliere era riuscito ad accumulare sull'arco dell'intera vita lavorativa e iniziano i conflitti.

Perché i conflitti? Perché undici diviso due farebbe cinque e mezzo e allora il primo figlio chiede agli altri due fratelli “Anziché cinque e mezzo datemene sei" perché non si può dividere il cammello, tagliare il cammello in due. Gli altri gli rispondono “Come! Tu hai avuto la fortuna di aver ricevuto in eredità da nostro padre più di noi, accontentati di almeno di cinque cammelli perché così noi avremo qualcosa di più”. Niente da fare!

La stessa cosa fa il secondo figlio nei confronti del terzo e a quel punto i tre fratelli dalle parole passano alle mani, dalle mani passano al coltello e si sarebbero scannati, come si dice in gergo, se per puro caso non stesse passando da quelle parti un cammelliere che non conosceva i tre fratelli, non avendo nessun legame con essi. Vede il trambusto, scende dal suo cammello e chiede cosa stesse succedendo e i tre fratelli gli spiegano la situazione.

A quel punto questo cammelliere fa il gesto: dona il suo cammello ai tre fratelli e l’asse ereditario diventa quindi di dodici cammelli (undici più uno).

E allora: dodici diviso due fa sei, dodici diviso quattro fa tre, dodici diviso sei fa due. Totale? Undici! (sei più tre più due). A quel punto il cammelliere riprende il suo cammello e prosegue per il sentiero che aveva già intrapreso.

Allora qual è il senso della cosa, in altre parole, qual è l'interpretazione della storia?

Due sono i messaggi: il primo è il più importante, ossia che le regole della giustizia non sono di per sé sufficienti a garantire la pace. In questo caso le regole della giustizia sono quelle scritte nel testamento che, come ho detto, ha la stessa cogenza di una legge. Eppure i tre fratelli si sarebbero uccisi o fatti del male se non ci fosse stato quel gesto del dono come gratuità. Quindi la cosa importante che non dobbiamo dimenticare è che ci vuole certamente la giustizia ma da sola non è sufficiente perché è il gesto di sufficienza del cammelliere che, senza essere tenuto, fa un dono gratuito e sblocca la situazione. 

La seconda implicazione, o messaggio, è che chi pratica il dono come gratuità non ci rimette mai perché il cammelliere riprende il suo cammello e in più riceverà la riconoscenza dei tre fratelli, i quali rendendosi conto che con quel gesto hanno ottenuto salva la vita, dimostreranno la gratitudine secondo i criteri e i parametri esistenti quella comunità.

Ecco allora il punto: un ordine sociale non si regge a lungo solo con i canoni della giustizia."

Post Scriptum: il "gioco matematico" dell'asse ereditario è utile allo scopo del racconto e dei suoi messaggi senza pretendere spiegazione scientifica.

VZ

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