#8/2023 Cosa è la sostenibilità strategica - Parte IV

#8/2023 Cosa è la sostenibilità strategica - Parte IV

Segue - III parte - giovedì 2 novembre

Dopo aver passato in rassegna i rischi della non sostenibilità quali l'accesso al credito, il rispetto delle norme e l'esclusione dalla filiera produttiva dobbiamo valutarne un altro, forse più pericoloso e subdolo perché parte di un processo evolutivo non propriamente visibile, che potrebbe mettere a rischio nei prossimi cinque anni alcune aziende oggi performanti.

Come già citato in un altro articolo, l'HBR ha analizzato che nel 2029 il 72% della forza lavoro sarà costituto dai nati nella seconda metà dell'epoca Millennials (o Generazione Y, 1981-1996) e dalla Generazione Z (1997-2009).

A queste generazioni non sarà sufficiente uno stipendio congruo e puntuale per essere attratti da un'azienda, cosa che per le precedenti era una motivazione efficace. Avranno invece l'obiettivo di raggiungere un benessere organizzativo e mentale in un ambiente dove progredire e sviluppare, formandosi e sentendosi coinvolti in quel purpose aziendale in linea tra il dichiarato e il praticato.

Il rischio quindi di non implementare un processo di sostenibilità strategica sarà quello di non trovare personale e collaboratori se si utilizzano le leve fin qui abituali.

Come andrà avanti un'azienda senza forza lavoro?

E come innoverà senza le nuove generazioni?

Le domande sono pertinenti e ci lasciano comprendere come questo rischio sia reale e potenzialmente dirompente.

Inoltre si aggiunge un tema: i dipendenti delle nuove generazioni, quando vestiranno i panni del cliente e acquisteranno prodotti e servizi, terranno lo stesso atteggiamento filosofico-pratico alla ricerca della sostenibilità. Se, quindi, i prodotti immessi sul mercato non rispetteranno tali criteri ambientali e sociali difficilmente verranno scelti. Il rischio per l'azienda sarà, quindi, la perdita di acquirenti, veri datori di lavoro, in quanto di fatto pagano lo "stipendio" sia ai dipendenti che ai titolari stessi.

Non giova qui essere sarcastici sul fatto che se queste generazioni non avranno un lavoro difficilmente potranno avere potere d'acquisto: sarebbe un grave errore di valutazione basato su indici non più attuali. A titoli di esempio non esaustivi, abbiamo il car sharing piuttosto che i noleggi a lungo termine in luogo di un acquisito di un auto; una casa in affitto (vista la grande mobilità) anziché l'impegno di un mutuo per l'acquisto stesso; modalità di fare spesa e consumare cibo che sfumano in decine e decine di possibilità diverse; la condivisone di Netflix e l'on-demand in genere e potremmo continuare...

Concludendo il nostro excursus sui rischi della non sostenibilità strategica come processo di crescita aziendale appare chiaro il perché sia necessario intraprendere questo percorso (non certamente a costo 0) che in breve tempo creerà e genererà valore passando da una visione a silos ad una olistica e circolare.

Un nuovo ROI si affaccia sul terreno degli esperti: il Return of Influence che misura il ritorno reputazionale, interno ed esterno all'azienda, che costituirà un asset intangibile per il profitto nel medio-lungo periodo.

Per cui, sostenibilità sia.

VZ

 

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