L’importanza di leggere la realtà utilizzando i collegamenti

L’importanza di leggere la realtà utilizzando i collegamenti

La nostra quotidianità è divenuta eccezionalmente complessa. 

Non è che in passato non lo fosse; immagino che il progredire del genere umano sia andato avanti pari pari con lo sviluppo della società anche se, inevitabilmente, sempre un passo indietro. E, al netto di sacche di popolazione e territori che per diversi motivi sono meno allineati ad altri, alla fine tutta la società è tesa a sfruttare i vantaggi degli sviluppi complessi, a volte in modo soddisfacente e aperto al futuro, altre volte in modo critico e nostalgico del passato.

Ma l’accelerazione improvvisa dovuta alla rivoluzione tecnologica ha fatto si che l’evoluzione digitale degli ultimi trent’anni anni abbia portato le persone a perdere ben più di un passo rispetto alla normale evoluzione, generando un senso di disorientamento.

Questo aspetto fa apparire il mondo, appunto, eccezionalmente complesso e con una gran tentazione da parte della maggioranza delle persone, di ogni genere ed età, di bypassare le analisi dei fatti e accomodarsi su decisioni semplici e immediate, molto probabilmente, per un eccesso di stress e zone di comfort.

Un grave errore, che in alcuni casi può costare caro. 

Sul tema della necessità di abbracciare la complessità, piuttosto che respingerla, ho già scritto (clicca qui), mentre in questo articolo desidero riflettere sul tema dei collegamenti, argomento trattato nell’intervista a Riccardo Ruggeri, 88 anni di esperienza accompagnati da grande lucidità.

Infatti il visionario editore torinese, per restare nell’attualità e sottolineare il tema dei collegamenti, utilizza la figura di Xi Jinping e della Cina per descrivere uno scenario futuro che non considera la Russia di Putin come elemento essenziale (ascolta il passaggio). Lo fa raccontando di aver scritto un tweet di 280 caratteri che, per sua natura sintetica, vuol dire che ogni parola è pensata e ha il suo peso.

Per comprendere a fondo ciò che ci vuole comunicare è però necessaria la capacità di leggere attivando i collegamenti. Senza questa abilità il nostro modo di pensare, e quindi di agire, risulterebbe miope perché mancante di quella visione globale tanto cara ai fautori del pensiero laterale.

Infatti la difficoltà incontrata dalle persone nel comprendere tali dinamiche è aggravata dal comportamento dei mass-media che cavalcando il modo veloce e superficiale di gestire una notizia, vuoi per motivi strategici precisi, vuoi per pura necessità di essere letti da un numero sempre maggiore di utenti (€), ottengono il risultato di confondere il lettore, spesso stanco e con pochissimo tempo a disposizione, sopraffatto dalle difficoltà quotidiane (lavoro, famiglia, problemi di varia natura). 

E viene naturale pensare soprattutto agli ultimi due anni e mezzo quando l’informazione emergenziale (pandemica, bellica e climatica) ha creato un posizionamento verso un preciso pubblico di riferimento, in ossequio al divide et impera. Un'informazione interpretata da molti giornalisti che, senza scrupoli, hanno utilizzato allo scopo varie tecniche di comunicazione.

Mi interessa qui soffermarmi su l’etichettatura (o bollatura) che è una tecnica tesa a banalizzare la complessità, invitando nel contempo le persone ad una maggior attenzione all’utilizzo di determinate parole, onde evitare di risultare prevedibili e scontati in alcuni contesti.

Siamo pieni di etichettature: No-Vax, Si-Vax, No-Brain, Pro-Putin, No-Tap, No-Tav, No-Logo solo per citarne alcune. E sono utilizzate dai più illustri giornalisti.

Ho già accennato a questo discorso nell’intervista alla giornalista Martina Pastorelli, facendo riferimento allo scienziato cognitivista George Lakoff. Infatti, secondo il famoso linguista, le etichettature attivano una sorta di cornice nella mente delle persone. Questo riquadro ideale, o frame, le induce a collegare i termini utilizzati ad eventi del passato negativi o situazioni paradossali.

Esempio: No-Vax = negazionista del Covid 19 = negazionista dell’Olocausto = fascista. Oppure: No-Vax = negazionista della scienza = terrapiattista. 

L’obiettivo è quello di portare così a stigmatizzare il pensiero delle persone, in modo assolutamente ingiustificato ed elementare, in base alla posizione su un argomento, facendo volutamente perdere le tracce di fili logici, più complessi e ricchi di sfumature. 

Questa tecnica si usa per mistificare le informazioni.

Se le persone avessero avuto maggiore capacità di fare i collegamenti molto probabilmente ci sarebbe stata una comprensione più lineare dei fatti accaduti nel recente passato e, in parte, ancora attuali con il risultato che determinate scelte, soprattutto in tema salute, sarebbero state maggiormente ponderate.

VZ

Lascia un commento